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Gran successo per "Milano racconta in silenzio"!

Ieri sera, 12 Maggio, lo spettacolo teatrale "Milano racconta in silenzio" è andato in scena alle Scuole Media di Galbiate davanti a circa una cinquantina di partecipanti tra i 3 e i 75 anni d'età, sul palco gli attori del collettivo "Teatro degli Incontri" e i ragazzi della Scuola Europa di Milano, ragazzi di 5° liceo alle prese con la maturità.


Il tema principale? Il rapporto generazionale e sempre più spesso conflittuale tra Giovani e Adulti.


Che percezione hanno i ragazzi del mondo dei grandi? Una percezione frenetica, convulsa, un adulto che non ha tempo, che non vive il tempo, che corre dalla mattina alla sera e non nota sfumature, sfaccettature, colori, ma va corre e non si ferma. Ragiona sui giovani per preconcetti, perché la giornata scorre via troppo rapidamente per prendere respiro, per fermarsi e semplicemente riflettere e pensare.


"Noi gli adulti li vediamo così, che combattono tutte le mattine la loro guerra", "Sono le 8 a Milano si infila il cappotto, a lavorare!" queste due frasi del copione che ben simboleggiano l'estraneità dei Giovani dagli Adulti.


Si passa poi ad una lettera aperta, recitata a più voci e scritta a più mani, dalla quale saltano fuori domande come "Conoscete i desideri e i sogni dei vostri figli?", riflessioni da conversazioni di madri carpite il mattino al bar che si pavoneggiano dei propri figli e tu che li conosci pensi "Si son dei bravi ragazzi, ma non stanno descrivendo i loro figli!" e allora pensi "Ma chi stanno descrivendo? Forse la proiezione di sé stessi nel futuro!" e poi "Vogliamo una mamma e un papà non degli amici!"


Lo spettacolo termina con uno scenario visivo fatto di immagini della città di Milano, di scorci percepiti dai ragazzi ed immortalati dalle loro macchine fotografiche a ridisegnare schematicamente il Duomo di Milano.


Segue un momento (molto partecipato) di confronto diretto e di condivisione tra il pubblico, la regista Silvia Baldini e gli attori.

Silvia ci racconta che il Teatro degli Incontri è un collettivo artistico, nel quale lavorano insieme in sincronia 5 persone, da loro è nato un laboratorio cittadino coinvolgendo chiunque avesse voglia di fare un'esperienza a livello artistico dando valore e dignità alla storia di ciascuno. Lavorano sui personaggi delle tragedie greche, contestualizzandoli nel presente e si fermano sulla figura di Prometeo, l'eroe ribelle che donò il fuoco agli uomini contravvenendo ad un ordine di Zeus.

​Il fuoco viene paragonato, dai ragazzi, alla tecnologia: un dono che gli Adulti hanno fatto al mondo dei Giovani, ma del quale si lamentano sempre e spesso. i ragazzi controbattono con un "Ma ce l'avete messa in mano voi questa tecnologia!"


Dal momento di confronto ne esce che la tecnologia è si una distanza (la mamma che ingrandisce i tasti dello smartphone per riuscire a digitare, il papà che fatica a convivere con il registro elettronico della scuola, etc...), ma anche un punto di incontro: gli Adulti chiedono ai Giovani come fare, chiedono una mano per raccapezzarsi in questo mondo tecnologico che hanno creato, ma nel quale non sono nati.


Il consiglio di un papà? "Sviluppate rapporti anche al di fuori della tecnologia, sentite il calore delle persone, guardate le loro espressioni, confrontatevi con i loro profumi e non perdete la dimensione umana!"

Un consiglio dai ragazzi? "Di amici ne abbiamo, a volte tanti a volte pochi, quello che ci serve sono dei genitori, quindi, non provate ad entrare in sintonia con noi come amici, fatelo come GENITORI!"



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