9-19.07.18 - International Green Jobs Camp
Dal 9 al 19 luglio scorso, 24 ragazzi, dai 14 ai 19 anni, provenienti da Italia, Belgio, Francia, Finlandia, Spagna, Turchia e Stati Uniti, si sono trovati al Crazy-bosco, imparando a conoscersi e condividere tenda, spazi, ricette e racconti intorno al fuoco.
Si è trattato di un campo di lavoro nell'ambito dei cosiddetti ‘green jobs’, lavori verdi:
"Si definiscono green jobs quelle occupazioni nei settori dell’agricoltura, del manifatturiero, nell’ambito della ricerca e sviluppo, dell’amministrazione e dei servizi, che contribuiscono in maniera incisiva a preservare o restaurare la qualità ambientale" UNEP (United Nations Environment Programme)
In questo caso, ci si è concentrati sul settore agricolo e forestale, fornendo ai ragazzi competenze relative ai lavori agricoli, grazie alla collaborazione con l’Azienda Agricola Monte di Brianza di Campiano, e alla conservazione e ripristino degli ambienti boschivi, grazie alla sinergia con la Libera Università del Bosco.
Il primo giorno di campo è stato dedicato principalmente alla formazione del gruppo, con giochi di conoscenza a contatto con la natura, quindi alla programmazione dei lavori e a un laboratorio di costruzioni in legno.
Nei giorni successivi sono iniziati i lavori all’Azienda Agricola Monte di Brianza di Giacomo e Giulia a Campiano, che hanno incluso anche la raccolta dei frutti di bosco, attività apprezzatissima dai ragazzi.
Sotto la guida e l'esempio di Prince, Mohamed e Ramadane, tre ragazzi ospiti del centro di accoglienza di Airuno della Cooperativa Tre Fontane, che hanno frequentato il corso LUB 'Tra sentieri e torrenti, facendo s'impara', il gruppo ha provveduto alla sistemazione del sentiero Castagneto sul bosco alto, con pulizia, costruzione scalini e ripristino mulattiera.
Un’altra attività importante e impegnativa è stata il ripristino di mulattiere a Valgreghentino, con il contributo dei volontari della Protezione Civile locale, che hanno partecipato al sopraccitato corso LUB, conclusosi a giugno.
Con Prince, Mohamed e Ramadane è stata poi organizzata una cena con un dibattito sull’immigrazione, costruttivo e molto arricchente.
Non sono mancate attività ricreative ‘tradizionali’, come un’incursione ad Aizurro all'Arci dell'Associazione Amici di Tino per vedere la semifinale dei mondiali fra Francia e Belgio - durante la quale i ragazzi belgi e francesi hanno guardato la partita l’uno accanto all’altro, molto sportivamente -, e una al Parco Ludico di Galbiate, per giocare a basket, mangiare la pizza cotta nel forno a legna e ballato fino a notte inoltrata.
Ci sono stati anche molti momenti di gioco, relax, musica e canti; questi ultimi soprattutto con l’appuntamento fisso di tutte le sere: il cerchio intorno al fuoco. Il ritrovo di una piccola comunità intorno al fuoco la sera è un rituale antico quanto l’uomo, un momento quasi magico, di autentica vicinanza con i membri del gruppo, durante il quale la contemplazione del cielo stellato stupisce con la propria maestosa bellezza e ricorda che siamo parte di un Tutto, che accomuna gli esseri umani di qualsivoglia latitudine e tutti gli esseri viventi, senza gerarchie, giudizi, barriere.
Infine, i racconti dei ragazzi sono stati entusiasti, sebbene un campo di lavoro non sia certo una vacanza di tutto riposo. Nello stare insieme fra culture diverse, immersi nella natura, evidentemente c'è un senso di pace, di conforto, che ristora. Forse ciò ha a che vedere con il ritorno a una dimensione del vivere molto più vicina alla nostra natura umana di quanto non lo sia la vita nelle città, dove siamo divisi gli uni dagli altri da mura, fisiche e non.
Alcune testimonianze:
“Non pensavo che ci si potesse intendere così bene e che si potessero creare dei legami così forti con persone con cui non si condivide una lingua comune.” Adèle, Belgio
“E’ diverso dalla vita di tutti i giorni; è un cambiamento che serve, perché, se ad esempio passi la vita a studiare sui libri, a un certo punto, uno stacco del genere è qualcosa che ti ricordi poi per un intero anno. […] Si fanno nuove conoscenze e, anche se durano solo per dieci giorni – perché con i ragazzi internazionali poi non ci si riesce a frequentare -, sono ricordi che resteranno anche per anni.” Ulisse, Italia
“Inizialmente mi intimoriva la convivenza con perfetti sconosciuti, il dover dormire in tenda insieme, ma è andata veramente bene, ho conosciuto persone fantastiche e mi è piaciuto anche il lavoro; è stato molto divertente e mi è piaciuto aiutare la comunità locale. Penso che come persona questa esperienza mi abbia aiutata a diventare più aperta, a uscire un po’ dal guscio.” Salla, Finlandia